Potevo sembrare un sempliciotto, quel genere di uomo privo di spina dorsale ma non ci vedevo nulla di male nell'assecondare la donna che amavo e io amavo davvero Norah. Potevo non essere d'accordo con alcune sue scelte di vita, ma non dovevo farlo, non dovevo essere un fantasma nella sua vita, dovevo e volevo essere il suo compagno di vita, quella persona che ti sprona, che sta al tuo fianco anche quando non capisce i tuoi comportamenti. Non ero l'anima della festa, non avevo un elenco infinito di amici, feste a cui partecipare ogni sera o eventi di vario genere, ero un ragazzo normale che viveva con la propria fidanzata il cui mondo girava attorno a quest'ultima. Desideravo essere felice e volevo che lei fosse felice, sempre e se ero io a riuscire a far nascere un sorriso nel suo volto, come potevo sentirmi più ricco di così? Cosa mai mi sarebbe potuto servire di diverso o di più?
Ricordavo quanto i miei genitori si amassero, lo sguardo che si rivolgevano ogni volta, uno sguardo carico d'amore e di rispetto. Ricordavo come fossero amorevoli tra di loro ma anche obiettivi, come i loro discorsi fossero sempre posati anche se le opinioni erano contrastanti. Non sprecavano mai un minuto e anche se stanchi, giocavano con noi figli ogni volta che lo chiedevamo loro. Amavo le domeniche a fare un pic nick al Public Garden, lo stare in famiglia, insieme tra risate e scherzi giocosi. Desideravo a mia volta una famiglia, sarei stato un marito attento e un padre presente ma non avevo fretta d'arrivare a quel traguardo. Sapevo come mantenere una famiglia fosse difficoltoso e dispendioso; non ero nato in una famiglia ricca, ce la cavavamo ogni mese e non ci era mai stato fatto mancare niente ma i tempi erano cambiari, i soldi non erano mai abbastanza e con la situazione lavorativa molto precaria di Norah certi discorsi non avrei potuto affrontare per il momento.
Le sorrisi quando mi ringraziò per ciò che facevo ma non doveva ringraziarmi di nulla, era naturale per me prendermi cura di lei, starle accanto in silenzio e devozione. Continuai a sorriderle e accarezzai il suo viso prima di ricevere quel casto bacio a fior di labbra. Probabilmente se fossimo stati a casa nostra ci saremmo messi sul divano a guardare qualcosa mangiando pizza, ci saremmo scambiati qualche bacio e saremmo andati a letto e forse avremmo fatto l'amore. Lei ed io non facevamo sesso, non eravamo mai stati travolti da una passione incosciente che ti portava a lasciarti andare in luoghi sconvenienti, eravamo pacati anche in questo ma ciò non significava che non raggiungevamo l'obiettivo ed ero riuscito a soddisfarla più e più volte senza ombra di dubbio!

Nina tornò qualche minuto più tardi, i cocktail li aveva già preparati e a mio modesto parare non erano niente di male ma non eccezionali, ovviamente non glielo avrei mai detto, ci tenevo alla mia virilità. Oltretutto, non l'avevo mai detto a Nina, non ne avevo avuto il coraggio ma sapevo delle sue discussioni con la famiglia, soprattutto con Nina che non accettava che una donna brillante come lei stesse con un coglione come me. Ok, Nina non mi aveva mai definito un "coglione" - per lo meno non l'avevo mai sentita appellarmi così - ma non le piacevo come uomo accanto alla sorella, credeva che la spegnessi, che risucchiassi tutto il suo entusiasmo verso la vita e questo mi feriva ma non l''avrei mai affrontata, non potevo farlo, l'ansia mi avrebbe assalito e la paura di poter perdere Norah mettendomi contro la sua famiglia mi serrava la gola. Non potevo parlare con Norah di queste cose che sapevo, avrei potuto ferirla e farla sentire di fronte ad una scelta che frapponeva me e la sua famiglia. Sapevo che ogni volta mi difendeva, difendeva la sua scelta di vita, il suo voler stare con me ma per quanto tempo questo non le sarebbe diventato difficile? Pesante da sostenere?
Ciò che sapevo era che non potevo perderla ma non potevo neppure legarla a me se non lo desiderava, per fortuna lei mi amava e voleva me al suo fianco alla faccia di ciò che le diceva la famiglia, Nina in particolar modo.
« E' stata piacevole. Allontanarsi dalla città per qualche giorno è sempre rigenerante. » risposi a Nina e alla sua in sinuosa domanda su come era andata la nostra piccola vacanza definendola appunto "vacanzina" come se fosse qualcosa da disprezzare. Non eravamo andati alle Maldive o in qualche paradiso tropicale, non ce lo potevamo permettere ma comunque avevo trovato una buona occasione presso un lago non troppo distante, una struttura alberghiera in cui avevamo optato per la pensione completa dedicandoci a passeggiate nella natura e degustazioni guidate dei prodotti tipici del loco. Non era stata una vacanza di quelle di cui vantarsi con gli amici, non erano le Hawaii ma era stato piacevole stare insieme in un luogo diverso dalla città, in un contesto nuovo in cui eravamo funzionati molto bene. Altro non avrei condiviso con lei, lo avrebbe fatto Norah se avesse voluto.

Avevo fatto una cazzata e me ne resi conto nello stesso momento in cui incrociai gli occhi di Norah dopo quel "2 contro 1" che l'aveva sicuramente amareggiata. Era la mia fidanzata, era dalla sua parte che dovevo stare, sempre e in quella particolare occasione non lo ero stato perchè conoscevo quelle due, dei loro bisticci continui; su qualsiasi argomento avevano un'opinione opposta e non si tiravano indietro nello scontrarsi, nel dare man forte al proprio pensiero. I primi tempi pensavo che non si piacessero, che non andassero d'accordo, che si osteggiassero a posta perchè non avevano gli stessi genitori o per lo meno uno, ma poi avevo imparato che era così il loro rapporto, che era quello il modo in cui si dimostravano affetto.
Abbassai lo sguardo e mi sentii in difetto; avevo sbagliato e non potevo tornare indietro. Era in situazioni come quelle che mi sentivo a disagio, inadeguato nei confronti delle due sorelle, del mondo intero perchè ero stato uno smidollato. Papà mi aveva sempre detto che con mamma andava sempre tutto magnificamente perchè le dava sempre ragione, non la contraddiva mai, l'assecondava e così erano sereni e felici. E io, io avevo seguito quell'insegnamento, lo avevo fatto mio ed ero riuscito ad arrivare a una ragazza meravigliosa come Norah. Spesso mi ero chiesto che cosa mai ci trovasse nel sottoscritto, lei che poteva avere con molta facilità chiunque voleva, qualcuno di più deciso, sicuro di se da stupirla costantemente con rose e sorprese galanti, qualcuno che non ero io eppure lei aveva scelto me e col tempo iniziai a credere che fosse il mio temperamento bonario ciò che l'aveva fatta innamorare di me. A volte mi capitava di pensare al futuro e alla domanda che Chris mi poneva quasi ogni volta che ci vedevamo, quel "perchè non te la sposi?" e non avevo ancora trovato una risposta. Amavo Norah, stavo bene con lei, magnificamente e sposarla, averla al mio fianco per tutto il resto della mia vita, chiamarla moglie mi faceva sentire calde le guance, mi emozionava. Il problema era il matrimonio di per se, dove svolgere la cerimonia, le bomboniere, i fiori, gli invitati, il menù ma soprattutto l'anello, quell'anello che avrebbe dimostrato tutto l'amore che provavo per lei. Ero sicuro che se lo avessi chiesto a mio padre, mi avrebbe dato l'anello di mamma, quello che lui le aveva dato in dono, il classico anello di famiglia vintage ma non ero sicuro che avrebbe accettato facilmente di separarsene. Probabilmente, quando si sarebbe mostrata l'occasione, quando mi sarei sentito veramente pronto avrei potuto chiedere a Nina d'accompagnarmi, un consiglio su cosa donare alla sorella. Ero indeciso su quel punto ma ero sicuro, nel mio futuro mi vedevo accanto a Norah, attorniati da tutti quei figli che sarebbero arrivati e sarei stato felice, saremmo stati felice. Ogni giorno sarei tornato a casa con il sorriso dopo un'intera giornata di lavoro al negozio, negozio che non avrei abbandonato, avrei continuato a farne il direttore e se Norah lo avesse richiesto, avrei anche ridimensionato il mio incarico per poterle stare accanto di più, aiutarla in quella che era la gestione della nostra famiglia.
Ero altresì sicuro che saremmo stati una bella famiglia, ci saremmo amati fino alla fine dei nostri giorni proprio come i miei genitori, saremmo stati dei genitori orgogliosi dei nostri figli, probabilmente avremmo avuto un cane che avrei portato fuori tutti i giorni o un gatto che si sarebbe affusolato sulle mie gambe ogni volta che mi sarei seduto sul divano con Norah a guardare la televisione. Nella mia testa era pressoché tutto deciso, mi era tutto chiaro, il problema ora era quello di rendere realtà quei pensieri, quei desideri.
Tornando a noi, la reazione di Norah mi dispiacque non poco, non avevo pensato o forse avevo fatto il ragionamento sbagliato pensando che quelle due avrebbero dovuto appianare subito le loro divergenze, non portarle a casa, rimuginarci e ricaricarsi per il prossimo round. Avevo sbagliato a pensarlo perchè non era ciò di cui aveva bisogno Norah. Mi avvicinai a lei appoggiandole delicatamente la mano sul braccio e mi piegai un pò verso di lei per dirle...
« Mi dispiace... » avevo capito troppo tardi che non era di quell'aperitivo che aveva bisogno, voleva stare da sola con me a coccolarci a casa, voleva che ci dedicassimo del tempo in quella giornata libera dal mio lavoro e non che sprecassimo tempo per i non problemi della sorella, sorella che si sentiva talmente a suo agio da uscirsene quasi sempre mezza nuda da quella o quell'altra porta. Erano due donne forti che la pensavano in maniera molto diversa sulla pudicizia, Norah ne aveva a sufficienza anche per la sorella che non ne aveva neppure un pò. Probabilmente qualsiasi altra sorella si sarebbe incazzata nel vedere l'altra non vestita così ma non Norah, per lei erano altri i motivi di attrito con la sorella. Dall'altra parte, qualunque sorella non si sarebbe presentata solo con un'asciugamano avvolto sul petto, i capelli raccolti sotto un turbante da cui ne uscivano delle piccole ciocche bagnate, ciocche che avevano perso qualche goccia profumata ora adagiata sulla pelle delle sue spalle, delle sue calde braccia. Nessuna sorella si sarebbe mostrata in quel modo di fronte al fidanzanto dell'altra, ne avrebbe avuto il rispetto necessario da capire che non fosse il caso di mostrarsi in quel modo ma non Nina.